venerdì 22 aprile 2011

Cibo contaminato nei piatti italiani: ecco cosa arriva dai paesi europei

Additivi e conservanti nei crostacei. Istamina, cadmio, mercurio e anisakis (parassita intestinale presente in numerosi mammiferi marini) nel pesce preparato. Echinococco, bluetongue o febbre catarrale maligna, negli ovini e bovini.
Se state pensando ai prodotti di Cina, Vietnam, Egitto o Indonesia siete fuori strada. Questi sono solo alcuni degli elementi risultati presenti, grazie alle analisi chimiche, batteriolochiche, parassitarie e virali, negli alimenti che arrivano in Italia dai Paesi dell’Unione.
Il viaggio-inchiesta di Panorama.it tra gli alimenti tossici e radioattivi che tentano di raggiungere le tavole degli italiani, non si è fermato sulle banchine dei porti tra container di merci in arrivo da Paesi terzi ma è andato a “ispezionare”, assieme agli esperti dell’UVAC (Uffici Veterinari per gli Adempimenti degli obblighi Comunitari) del Ministero della Salute, anche la merce in entrata dai Paesi della Comunità Europea.
Le carni bovine e quelle ovine il pesce, il latte (e i prodotti derivati) ma anche animali vivi: vengono ispezionati “a campione”. Su 1.058.319 partite di merci importate nel 2008 (+1,6 per cento rispetto al 2007) ne sono state controllate 9.926 (0,94 per cento).
E il 37 per cento delle ispezioni sono state effettuate in laboratorio su molluschi, crostacei, squali, latte, formaggi e carni bovine.
Sotto la lente d’ingrandimento del Ministero della Salute ma soprattutto nel “quaderno rosso” dei respingimenti sono finiti gli alimenti importati da Francia, Germania e Spagna.
L’Italia riceve dai Paesi dell’Unione un volume di merci 13 volte superiore a quelle che arrivano dai Paesi terzi. Tra i maggiori fornitori di alimenti proprio la Francia (25,7 per cento sul totale), Germania(20,5), Olanda(10,7) e Spagna(9,3).
L’UVAC, assieme alle Aziende sanitarie Locali delle aree interessate, ha respinto al mittente o distrutto immediatamente l’1,4 per cento delle merci controllate e risultate pericolose (+0,2 rispetto al 2007) per la salute pubblica.
Il maggior numero di riscontri di laboratorio risultati sfavorevoli sono quelli sul pesce preparato trovato positivo al mercurio. I crostacei, invece, sono risultati ricchi di cadmio mentre sugli ovo-caprini è stata segnalata la presenza di echinococco (l’echinococcosi è una malattia che viene trasmessa all’uomo dagli animali attraverso questo parassita che aggredisce il fegato ma anche milza e polmone).
Molto frequenti anche le analisi positive alla salmonella riscontrate nelle carni sia su quelle già confezionate che su quelle non confezionate di pollame, bovini e suini.
Nel nostro territorio entrano mediamente in dodici mesi, e solo dai Paesi dell’Unione, circa 85 mila tonnellate di carne già preparata su di un totale di 935mila tonnellate. Sempre nei laboratori sono stati scoperti anche casi di “febbre da lingua blu” in alcuni capi di bovini di cui l’UVAC ha dato immediatamente disposizioni per l’abbattimento, in base alla normativa comunitarie.
A dire il vero, l’Italia è l’unico Paese dell’Unione che attraverso l’UVAC, uffcio nato dopo l’abolizione dei controlli alle frontiere tra gli Stati membri della Comunità Europea, controlla e analizza le merci di provenienza comunitaria. Una garanzia per il consumatore finale ma anche un monitoraggio a livello statale sulla genuinità delle merci in entrata.
Panorama.it ha visitato l’UVAC di Livorno, al quinto posto dopo Verona, Milano, Parma e Torino per l’arrivo di partite di merci dall’Unione Europea ma al secondo posto in Italia per il maggior numero di controlli effettuati in proprozione. Nel 2008, in Toscana sono arrivati 85.217 carichi dai Paesi Ue presso le 1.561 ditte registrate e riconosciute dall’Uvac.
Di questi carichi ne sono stati ispezionati 1.127, circa l’1,32 per cento del totale e analizzati in laboratorio il 26,18%. E, come al solito, è dai laboratori che spuntano le notizie più inquietanti sugli alimenti e animali: sui 42 carici risultati irregolari, sono stati trovati container di pesce spada spagnolo al mercurio, granciporri ovvero granchi rossi, provenineti dalla Francia “conditi” con metalli pesanti (come cadio e mercurio) e anche un carico di smerigli della penisola Iberica, “insaporito” sempre con il mercurio.
Non è uscito immune dai controlli neppure il kebab: l’uffico livornese ne ha ispezionato un carico proveniente dalla vicina Germania che è risultato positivo alla salmonella.
Ma il Paese dell’Ue con il maggior numero di irregolarità sia sul prodotto che sulle certificazioni sanitarie (che devono accompagnare obbligatoriamente il carico)? A sorpesa, la Francia.

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