venerdì 22 aprile 2011

Livorno: in arrivo bastimenti carichi di molluschi tossici e mandorle concerogene

Curiosare all’interno dei container di alimenti che arrivano e stazionano nei porti italiani non è un lavoro per deboli di stomaco. O per chi darebbe torto al ministro Rotondi sulla pausa pranzo “rito da abolire”. Garantito.
E non solo per il cattivo odore della carne o della verdura che spesso arriva sulle banchine completamente ammuffita, o addirittura marcia, ma soprattutto per  quei prodotti tossici e radioattivi provenienti dai Paesi non appartenenti alla Comunità Europea: molluschi, pistacchi, gamberi, formaggi e persino tartufi.
Panorama.it ha fatto un viaggio all’interno del porto di Livorno assieme agli ispettori del Ministero della Salute, alla ricerca di tutti quegli alimenti pericolosi che ogni giorno tentano di varcare la frontiera per finire nei nostri piatti. O nelle cambuse delle navi da crociera.
I risultati sono sconcertanti sia in termini numerici (tonnellate respinte o sequestrate considerando le dimensioni del porto labronico) sia per le destinazioni ultime dei prodotti pericolosi.
Infatti, in vetta ai sequestri effettuati in questi undici mesi del 2009 dal PIF, Posto d’Ispezione Frontaliera, di Livorno ci sono gli alimenti congelati destinati ai croceristi.
Cozze, vongole, gamberetti, polpi ma soprattutto ostriche
che per il loro vero o presunto potere afrodisiaco, non mancano mai nei banchetti allestiti all’interno dei lussuosi saloni. Peccato, però, che quelle “intercettate” nello scalo toscano arrivassero dalla Cina. Congelati e impanati i molluschi sono stati importati dall’oriente da un’azienda statunitense che rifornisce alcune delle compagnie di navigazione che fanno scalo anche nei porti italiani.
Diciannove le tonnellate di pesce e mitili rispediti al mittente perché considerati dalla rigorosa normativa europea, altamente tossici. Secondo le disposizioni sanitarie europee, questi prodotti, non possono neppure toccare i territori dei Paesi appartenenti e quindi neppure transitarvi.  Ovviamente,  è doveroro precisare che questi controlli sulla merce non vengono effettuati se la compagnia di navigazione decide di effettuare le provviste di bordo in un altro porto non Ue.
Sempre destinato ad arricchire i piatti e le pietanze dei croceristi anche un carico di chiocciole provenienti dall’Indonesia (prive di una qualsiasi certificazione sanitaria), formaggi Usa (idem) e svariati chilogrammi di cosce di rana made in China.
Il PIF è un ufficio periferico del Ministero, sconosciuto alla maggior parte dei cittadini, che effettua quotidianamente controlli veterinari su prodotti di origine animale o su animali vivi provenienti da Paesi terzi e diretti al mercato comunitario oppure verso altri Paesi che non appartengono all’Unione.
Grazie a queste verifiche, sono state bloccate lo scorso marzo, anche 20 tonnellate di surimi scaduto, pietanza di origine giapponese a base di polpa di merluzzo, importato dalla Cina e destinato ai ristoranti italiani che servono pesce crudo. Stop anche per 44,9 tonnellate di polpi e totani (congelati) al cadmio, provenienti dall’India e dall’Argentina.
Secondo gli ispettori del Ministero, PIF e USMAF (Uffici sanità marittima aerea e di Frontiera) il 75 per cento dei controlli risultati sfavorevoli sulle partite di alimenti che arrivano da Paesi terzi hanno rilevato contaminazioni chimiche, in particolare cadmio e piombo, il 20 per cento batteriologiche e il restante contaminazioni fisiche, esempio radiottività.
Ingresso vietato anche alla pelle di pesce e alle gelatine destinate all’industria alimentare per la fabbricazione della cosidetta ‘colla di pesce’ utilizzata sia nei dolci che nelle caramelle: 76,1  le tonnellete provenienti dal Cile e Honduras.
Poi, 24 tonnellate di pesce spada dal Vietnam (cadmio), poco meno di 100 tonnellate di gamberi dall’Ecuador, Malesia Thailandia e India (presenza di nitrofurani, mercurio o sostanze inibenti) e 26 tonnellate di lievito essiccato brasiliano destinato all’alimentazione dei bovini.
Ma non è finita. Ogni mese, solo dal porto di Livorno, vengono rispedite al mittente (perché non superano i controlli dell’Usmaf) migliaia di tonnellate (interi container) di pistacchi provenienti dall’Iran, mandorle sgusciate e pinoli in arrivo dagli States: cancerogeni. Dalle analisi effettuate dagli ispettori ministeriali risulta una presenza, di molto superiore a quella consentita dalla legge, di aflatossina, sostanza pericolosa per la salute. E poi, non sono sostanze chimiche ma i batteri della salmonella a contaminare quintali e quintali di farina di cocco disidratata, asparagi e pomodori pelati. Esame batteriologico non superato neppure per salse piccanti e spezie arrivate dal Perù. E già ritornate oltreoceano.
Insomma, carne, pesce, frutta e condimenti vari: le contaminazioni chimiche o batteriologiche sembrano non risparmiare nessun alimento.
Alla battuta di Panorama.it: “Non ci rimane che bere l’acqua”, il dirigente dell’ufficio livornese dell’Usmaf ci stampa in faccia una fragorosa risata.  E a ragione.
Solo poche settimane fa, i suoi ispettori hanno rispedito negli Usa, 17 tonnellate di acqua:
minerale o gassata, ma con aggiunta di zucchero, altri dolcificanti e aromatizzanti. Bottiglie non destinate alla vendita ma agli assaggi e degustazione  presso gli stand delle fiere e manifestazioni  dedicate al fitness e alla bellezza. Bibite che per fortuna nessuno ha avuto modo di assaggiare perché sprovviste di certificazione sanitaria che ne garantisse la genuinità. Dietrofront.
Ma se lo sguardo varca i confini del porto labronico ecco spuntare altre contaminazioni ancor più preoccupanti segnalate negli altri scali italiani, tali da trasformare lo stupore in sconforto. Il 23 aprile scorso, ad esempio, è stato rispedito in Corea un carico di alghe, solitamente servite arrosto con pietanze a base di pesce crudo, contaminate con l’arsenico.
Qualche settimana prima, invece, è toccato ad un carico di crackers arrivati dalla Cina attraverso l’Olanda, tra i cui ingredienti compariva anche la melamina (sostanza che ha causato la morte di molti bambini cinesi). E poi ancora: cereali per la colazione e salmone.
Se con queste segnalazioni si pensava di aver toccato il fondo, ci siamo dovuti ricredere quanto ci siamo trovati di fronte ad un container carico di tartufi… (fine prima puntata)

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