martedì 29 marzo 2011

come-prevenire-le-truffe-delle-aste-online

di Alessandro Sigismondi
La truffa rumena è un tipo di frode informatica direttamente connessa alle aste on line. La denominazione è legata alla nazionalità di chi le ha introdotte in rete alcuni anni fa. Quando si parla di truffe rumene normalmente il pensiero corre ad individui residenti in Romania o il cui pagamento deve essere inviato in tale nazione. Col tempo, tuttavia, la frode si è svincolata dal suddetto stereotipo, sviluppandosi in relazione al tipo di oggetto venduto al fine di meglio convincere ed ingannare gli ignari acquirenti. La dinamica della frode è la seguente: il truffatore cerca tra le aste in rete tutte le inserzioni relative ad articoli, singoli o in lotti, di un certo valore come ad esempio palmari, portatili, GPS o cellulari e dopo averle individuate resta in attesa delle offerte. Ad asta conclusa contatta coloro che non sono riusciti ad aggiudicarsi l'oggetto offrendone uno o più con caratteristiche similii ad un prezzo decisamente più conveniente; il truffatore giustifica il prezzo esiguo con varie motivazioni, adducendo variate giustificazioni ,quali ad esempio che l'articolo è importato, proviene da un discount,da merce in fallimento o che il rivenderlo fuori asta gli evita di pagare al gestore della piattaforma le tariffe d'inserzione e le commissioni sul valore finale. Bisogna tener presente che la compravendita, svolta al di fuori della piattaforma delle aste, determina la decadenza di tutta una serie di garanzie per vizi ed inadempienze offerte dal gestore della piattaforma secondo normative legali o dal sistema di moneta elettronica utilizzato per pagare la merce.In mancanza delle suddette tutele ne consegue non solo che l'acquirente venga facilmente truffato, ma che lo stesso venditore si renda irreperibile dopo la finta vendita. Quest’ultimo evento è reso possibile da alcuni parametri che il truffatore conosce bene:
  • Iscrizione al portale di aste come semplice offerente/acquirente e non come venditore, non dovendo pertanto fornire al gestore della piattaforma una documentazione dettagliata dei propri dati personali
  • Utilizza come forma di pagamento per ricevere denaro o un assegno bancario trasferibile o sistemi particolarmente 'snelli' come Western Union o MoneyGram, normalmente non utilizzati nelle transazioni on line E' frequente, che lo stesso truffatore agisca allo "scoperto" vendendo lui stesso l'articolo in asta tramite:
1) un account proprio cercando di ricorrere ad espedienti pubblicitari reclamizzando l'articolo come nuovo, la spedizione come gratuita e rapida ,il pagamento sicuro,pratiche particolarmente convincenti per persuadere un acquirente diffidente.Cercherà di concludere delle vendite parallele fuori asta con gli offerenti che non si sono aggiudicati l'articolo, adducendo in particolare come giustificazione, il già visto pretesto delle non dovute commissioni al gestore d'asta;
2) l'account di qualche ignaro venditore da cui si è procurato l’accesso illecitamente
Il truffatore agirà in maniera più manifesta potendo contare su un account intestato ad una persona realmente accreditato con numerosi feedback ed ingannando gli offerenti più inesperti.
In entrambi i casi è probabile che il truffatore rifiuti il pagamento tramite PayPal, sostenendo di avere problemi con il relativo account dovuti ai più disparati motivi burocratici o procedurali.Queste non sono le sole tecniche utilizzate per perpetrare la truffa ma ci si avvale anche dell'ausilio di altre tecniche informatiche illecite come il phishing utilizzando email spoof provenienti in apparenza da società come Western Union, PayPal, TNT, DHL, UPS, Escrow “società che fornisce un servizio di deposito a garanzia particolarmente utilizzato nelle aste on line” contenenti false rassicurazioni per l'acquirente al fine di ingannarlo più agevolmente :come ad es. la promessa di inviare il denaro al destinatario solo a merce ricevuta, etc.

Come proteggersi dalle truffe on line?
I primi segnali di una potenziale truffa si riscontrano sia dalla tipologia di pagamento non usuale,in trattative d’asta on line; dal luogo in cui si trova realmente l'oggetto, spesso diverso da quello indicato in asta e/o da quello di residenza del venditore; dalla scarsa comunicatività di chi lo vende (es.: venditore che si spaccia di nazionalità italiana o inglese e poi scrive nella propria lingua in maniera sgrammaticata o irregolare); dall'incongruenza o incompletezza dei dati di residenza (es.: utilizzo di casella postale come recapito per la corrispondenza o utilizzo di un indirizzo fittizio); dalla scarsa possibilità di accertare l'indirizzo del venditore per l'assenza di un numero di rete fissa e la sola presenza del numero di cellulare; dal rifiuto del venditore di accettare servizi di "deposito a garanzia" come Escrow.In qualsiasi caso è sempre conveniente contattare di persona chi vende, non fidandosi solo dell'apparenza delle aste. Inoltre, di fronte ad un numero di rete fissa o ad un indirizzo fisico (veritiero o fittizio che appaia), è opportuno accertarsi sempre che i medesimi siano reali e corrispondano ad abitazioni private, poiché molti truffatori riescono ad ingannare le vittime fornendo loro indirizzi di bar, Internet cafè o enti pubblici. Lo stesso dicasi per le aste che reclamizzano l'ultimo modello di palmare, portatile o altro articolo Hi-Tech a prezzo stracciato comprensivo di spedizione ed accessori. E' bene in questo caso cercare di entrare in contatto diretto con il venditore, acquisendo più dati possibili sul suo conto e controllando sul forum del portale di aste che lo stesso non abbia già truffato altri utenti in precedenza. Un esempio eloquente è quello delle truffe aventi ad oggetto determinati articoli ed in cui il venditore arriva a "rivendicare" una certa nazionalità pur di frodare . E' il caso, tra l'altro noto, dei cellulari Nokia venduti ad un prezzo vantaggioso da pseudo-finlandesi, che arrivano a spacciarsi per dipendenti della nota azienda pur di giustificare il prezzo-regalo della merce in asta.

www.alesigismondi.it
fonte:www.abruzzoliberale.it

Anonimo ha detto...
Attenzione, truffatore in azione, si aggira su Subito .it, vende Iphone e altro a prezzi concorrenziali, si chiama Francesco Barile con Codice fiscale BRLFNC86B27L219A e carta Postepay n° 4023600599540376 nato a Torino il 27-02-1986. E' un truffatore che a volte si spaccia per una presunta sorella di nome Monica Barile. Non inviate denaro perchè appena incassa non lo trovate più. E' un truffatore e non lascia scampo. Non pagate nulla, la merce che vende è inesistente.

attenzione-alle-truffe-sulla caldaia

LUCCA - In seguito a svariate segnalazioni dei cittadini in materia di controlli delle caldaie, Codacons denuncia la complessità normativa che si in quanto confusa si presta a speculazioni ed abusi: non è necessario eseguire la manutenzione tutti gli anni. All'interno, la spiegazione dei regolamenti.

La manutenzione delle caldaie domestiche non va fatta necessariamente tutti gli anni. Per tanto tutti i proprietari delle caldaie con potenza fino a 35 kw sono tenuti, salvo prescrizione diversa del proprio libretto d'uso della caldaia, a prestare la manutenzione ogni 2 anni, se la caldaia ha più di 8 anni, e ogni 4 se la caldaia ha meno di 8 anni.

E' Codacons, Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, a sollecitare la diffusione informativa sui regolamenti che riguardano la manutenzione delle caldaie. Secondo l'associazione infatti la normativa non è stata ben recepita dai cittadini che necessitano di essere informati per non pagare manutenzioni obbligatorie che invece non sarebbero affatto dovute.

La recente e complessa normativa in materia di certificazione energetica - prima il D. Lgs. 192 del 2005, poi il D.Lgs. 311 del 2006 che ha integrato e modificato il precedente decreto - regolamenta i tempi e le modalità con cui devono avvenire le verifiche degli impianti di riscaldamento presenti in tutte le abitazioni, attribuendo la competenza per i controlli ai Comuni se hanno una popolazione maggiore ai 40mila abitanti, ed alle Province, per i restanti comuni.

In particolare, all'allegato L comma 5 del D.Lgs. 311 del 2006 viene prevista la seguente frequenza dei controlli e della manutenzione, frequenza che varia in funzione del tipo di combustibile e della potenza nominale dell'impianto (chiamiamola "pn"):

- Gli impianti con pn<35 KW (nel caso di combustibile solido o liquido - legna, gpl, gasolio, pellets) una volta l'anno;

- Gli impianti con pn<35 KW (nel caso di combustibile gassoso - metano):

ogni 2 anni: se hanno un'anzianità di installazione dell'impianto superiore a 8 anni
ogni 4 anni: se hanno un'anzianità di installazione inferiore a 8 anni (Questa seconda ipotesi è quella che coinvolge la stragrande maggioranza dei cittadini e delle relative abitazioni presenti sul territorio.)
- Gli Impianti con pn>350 KW una volta l'anno (tali impianti sono caratterizzati una potenza nominale del focolare molto alta, e sono, per esempio, quelli condominiali centralizzati.)

Inoltre, per quanto riguarda il controllo fumi delle caldaie con annessa pulizia le scadenze sono le seguenti:

- Ogni 4 anni se la caldaia ha meno di 8 anni, ed è stagna o installata esternamente all'appartamento;

- Ogni 2 anni se la caldaia ha più di 8 anni ed è stagna oppure installata esternamente all'appartamento.

- se la caldaia è installata da meno di 8 anni ma non è stagna ed è installata all'interno dell'abitazione, i controlli di efficienza termica vanno effettuati ogni 2 anni.

Si segnala il fatto che la normativa prevede che gli enti locali competenti debbano effettuare un ispezione annuale per almeno il 5% degli impianti presenti sul territorio di competenza.

Per quanto attiene al territorio lucchese, tra l'altro, tutti gli enti competenti per i controlli, in particolare la Provincia di Lucca, il Comune di Lucca, il Comune di Capannori e quello di Viareggio, in data 10 aprile 2007 hanno stipulato un protocollo di intesa con le associazioni di Categoria, le associazioni dei consumatori e le società che si occupano delle verifiche (Sevas S.r.l., Lucca Holding Servizi S.r.l., Versilia Servizio S.r.l.) avente come fine l'attuazione di campagne di manutenzione ed ispezione degli impianti termici siti nei territori di rispettiva competenza.

Secondo Codacons la maggior parte della popolazione non ha ancora chiaro cosa preveda la legge, quali siano le scansioni temporali nei quali devono essere effettuati i controlli, per quali tipi di impianti le ispezioni devono essere fatte più frequentemente e quali sono i soggetti autorizzati ad effettuare le verifiche e questo dipenderebbe dal fatto che il protocollo di intesa non è stato ben attuato dai soggetti coinvolti, che, forse, data la complessità delle previsioni di legge, avrebbero dovuto dare al cittadino un informazione più chiara e dettagliata.
fonte:loschermo.it

lunedì 28 marzo 2011

come-riconoscere-un-sito-truffa

Questa guida si propone di aiutare a riconoscere un sito truffaldino, con esercitazione per principianti allegata con evidenza dei passi salienti da tenere in considerazione.

prima ancora di visitare il sito

* fate un whois con il nome del dominio

(andate su www.whois.sc e scrivete il nome del sito senza www davanti nella casella. esempio: per www.electronic-sky.com scrivete solo electronic-sky.com nella casella e cliccate su "lookup". vi si aprira' una pagina con le informazioni sul dominio e chi lo ha registrato.

1 controllate quando è stato creato il dominio: piu' e' recente, piu' e' pericoloso (in quanto non ancora segnalato come truffaldino e/o chiuso dall'autorita'). in questo caso la data e' il 17/7/2006 (quella vicino alla scritta "created"). non troppo lontana ma neanche vicinissima. abbastanza pericoloso.

2 controllate per quanto tempo e' stato acquistato il dominio: piu' e' breve, piu' e' pericoloso (meno di un anno e' impossibile). in questo caso notiamo che e' stato acquistato per un solo anno (la data di scadenza, quella vicino alla scritta "expired", e' il 17/7/2007). pericoloso.

3 controllate le informazioni di contatto, chi e' il "registrante" del dominio. piu' sono vaghe e non verificabili (email gratuita tipo hotmail o gmail o yahoo) e piu' e pericoloso. in questo caso vedrete che c'e' solo un nome e cognome ed un numero di telefono. fosse italiano sarebbe bene verificarlo: ma e' cinese, dubito che si riuscirebbe a capire qualcosa. un'azienda seria non fornisce informazioni di contatto incomplete o non verificabili proprio per suscitare fiducia. in questo caso, quindi, il profilo e' molto pericoloso.

4 verificate se il dominio e' stato registrato con un'estensione sola (.com) o anche con altre, guardando a destra dove c'e' scritto "other tlds". in questo caso notiamo che ha registrato solo il .com, quindi ha scelto la "configurazione" piu' economica. difficilmente un'azienda seria si comporterebbe cosi'. in questo caso, quindi, non si profila niente di buono.
nel caso in esame, quanto appena scoperto gia' dovrebbe sconsigliarci di mettere piede in quel sito in quanto il profilo e' quello classico del sito truffa: creato da poco, con il minimo della spesa, senza informazioni di contatto verificabili e chiare.
ma passiamo comunque al passo successivo.


* fate una ricerca su google con il nome del sito.

se e' un sito truffaldino, qualcuno puo' averci gia' lasciato... le penne. questo e' un passo un po complicato da portare a termine, perche' spesso il nome del sito e' composto da parole che danno un numero enorme di risultati. in questo caso provate a restringere la ricerca aggiungendo parole come truffa o cheat o scam.
in questo caso apparirebbe poco e niente. ma si aprirebbe comunque una pagina su un forum (italiano) dove il sito in questione viene abbondantemente dichiarato truffaldino.


* fate una ricerca su google con i dati del registrante del dominio che avete letto dopo aver fatto il whois.

anche se sono pochi e poco significativi.
in questo caso... avremmo fatto bingo.
scrivendo il nome del registrant (yong qiao), il primo link che apparira' e' quello di una discussione su questo forum, quella che cita l'elenco dei siti truffa di andymase, uno dei piu' completi ed aggiornati in circolazione. perche'? perche' costui, con gli stessi dati, era il proprietario di ilyele.com. ecco l'importanza di questa ricerca: magari il sito nel quale ci siamo imbattuti non e' stato ancora "scoperto", ma e' stato scoperto il truffatore. i truffatori sono molto pigri, a volte non cambiano ne' il sito ne' le informazioni. confrontate quelle tra ilyele e electronic-sky: stesso nome, numero di telefono che differisce solo per l'ultima cifra. oltre che pigri sono pure stupidi.

anche se non ce ne sarebbe piu' bisogno, continuiamo. analizzando il sito.


*fate attenzione ai particolari.

controllate sempre se il truffatore si e' copiancollato il suo vecchio sito su quello che stiamo analizzando ed ha lasciato delle tracce. la presenza del nome di un altro sito sul sito che stiamo visitando e' altamente sospetta. in questo caso, a prima vista tutto sembrerebbe a posto. in realta' c'e' un particolare importante: la scritta in basso sul copyright e' indicata dal 2001 al 2006. ma noi sappiamo che il sito e' appena registrato. questo, che ai piu' puo' sembrare stupido, e' invece un altro indizio da non sottovalutare.


* fate esercizio di memoria.
il sito electronic-sky.com ed il suo gemello gia' riconosciuto ilyele.com sembrano diversi, ma se ci fate attenzione sono identici. tutti e due, infatti, hanno una costruzione delle sottodirectory (che sono quelle cose scritte dopo il nome del dominio e la barra) uguale, utilizzando la parola "strong" seguita dal trattino e da un numero. troppo strano per essere solo un caso, no?


* cercate i contatti sul sito, e poi controllateli

come gia' detto, una ditta (o una persona) seria cerca di tranquillizzare il cliente dando informazioni di contatto certe, inequivocabili e riconoscibili. se gli unici contatti sono delle email gratuite (come in questo caso) e' brutto segno. se c'e' un numero, provate a farlo. potrebbe essere falso, inventato o copiato da un'altra parte. e poi, abbiamo i motori di ricerca: usiamoli. andate su google e cercate tutti i contatti che trovate. in questo caso, cercando le email specificate non appare niente di significativo se non un topic su un forum di ebay.de: se non sapete il tedesco, ci fate poco. se sapete l'inglese, potete comunque usare un traduttore online (babelfish.altavista.com o www.google.it/language_tools?hl=it sono due traduttori gratuiti) per riuscire a capire qualcosa. in questo caso, pur non conoscendo il tedesco o l'inglese, la frase "china spam" dovrebbe farci capire qualcosa di non molto positivo.
cercando il nome, invece (ovvero digitando "zhong guan cun kai fa qu" su google) facciamo di nuovo bingo. il terzo link che ci appare e' ancora quello all'elenco dei siti truffa di andymase. ma se cosi' non fosse: gli altri due link sono quelli di altri due siti (zgcsmw.com e wed-bj.com) sempre costruiti con la stessa tecnica (ricordate i particolari? le sottodirectory sono sempre "strong- e numero"). gia' questo fatto vi dovrebbe far capire che si tratta di truffa: per quale motivo uno onesto dovrebbe cambiare sito in continuazione perdendo la sua credibilita' con i vecchi clienti e ricominciando ogni volta da zero? nessuno. altro particolare: l'indirizzo e' ogni volta diverso nel tentativo di depistarci dalle nostre ricerche. potete, se volete, controllare i due domini come avete fatto con questo (whois e ricerche su google). in questo caso scoprireste che i risultati delle ricerche sono ampiamente associati alla parola truffa.


* fate attenzione ai metodi di pagamento accettati

1 i preferiti dai truffatori sono quelli che tendono ad essere sempre poco tracciabili (ricariche su carte prepagate come postepay, pagamenti con western union e money gram o roba del genere). in questo caso il truffatore ci viene incontro: sul sito c'e' il logo della western union e della money gram, vuole essere pagato cosi'. e' un indizio importantissimo. ricordatevi anche che, per la cina ma in generale per tutti i paesi extra ue, anche il bonifico bancario non e' un metodo "sicuro": difficilmente il governo cinese si interessera' ai vostri cinquecento euro che un suo cittadino vi ha rubato, anche se gli portate le prove. ricordate, comunque, che qualsiasi variante possibile ai pagamenti western union o money gram non e' comunque sicura: per esempio spesso, per rassicurare, si dice di fare un pagamento a proprio nome, o a nome di un amico o di un parente. sappiate che non e' assolutamente difficile prendere i soldi destinati nominativamente ad un altro tramite western union e money gram. in molti gia' ci sono cascati, altri ci cascheranno.

2 un'altra tattica e' quella farvi credere di usare un sito di "escrow", ovvero un deposito a garanzia. in parole povere vi diranno: tu dai i soldi ad un intermediario e non a me; l'intermediario seguira' la spedizione e solo una volta dato l'ok mi fara' avere i soldi. per l'affidabilita' di questi siti di escrow valgono le stesse regole che abbiamo seguito per il sito stesso: whois, ricerche su google eccetera. il trucco e' il seguente: e' il truffatore stesso a gestire il finto sito di escrow, per cui voi pensate di dare i vostri soldi in mano ad un intermediario ma in realta' li date al vostro truffatore; lui vi dara' un codice per seguire una spedizione che verra' segnalata vita natural durante come "in esecuzione". quindi, utilizzate solo siti di escrow seri (qui ne trovate una lista: pages.ebay.it/help/community/escrow.html). la domanda che vi dovete porre e': per quale motivo uno dovrebbe affidarsi ad un sito di escrow poco conosciuto e quindi poco affidabile, e volere a tutti i costi quello? la risposta e' evidente.

3 nel caso il sito accetti pagamenti con carta di credito: fate attenzione perche' al danno si potrebbe aggiungere la beffa. cosa succede: il truffatore riceve il vostro ordine e vi manda un'email nella quale vi dice che il vostro pagamento e' stato rifiutato, quindi potete pagare solo con... western union o money gram. nel frattempo, pero', si e' impossessato dei dati della vostra carta di credito. il mio consiglio, quindi, e' quello di provare ad effettuare sempre un pagamento fittizio prima, mettendo cifre e csv della carta di credito di fantasia. se lo accetta, datevela a gambe.

* controllate i prezzi di vendita

molti acquirenti cascano nella rete di questi truffatori per due motivi fondamentali: l'inesperienza e la voglia di fare soldi. sappiate che le due cose sono sostanzialmente agli estremi. molti, per inesperienza, credono alla favoletta della merce che in cina costa un'inezia e che i venditori sono tutti avidi, e quindi credono che un telefonino, in italia venduto a seicento euro, possa essere acquistato a meno di cento. e' falso. e' falso. e' falso. provate ad andare sul sito www.shop.nokia.com.cn e capirete. e' in cinese ma i numeri sono quelli arabi come i nostri, e per avere la conversione dei prezzi in euro basta dividere per 10.
nel caso del sito che stiamo esaminando: viene venduto un n80 a 250 dollari, cioe' meno di 200 euro, cioe' meno della meta' del valore di mercato in italia. e' impossibile. quando il prezzo e' troppo basso, ovvero prezzi inferiori del 20% del prezzo "normale" (e mi sto tenendo molto "alto" con lo sconto) praticati su tutti i modelli in vendita (e non solo su uno magari in offerta speciale) ci stanno truffando.

per il momento credo possa bastare. perdonate gli errori di trascrizione.
qualsiasi aggiunta e' possibile e gradita.
in generale vi suggerisco di seguire una sola regola: prudenza. non fidatevi di chi vi sembra gentile su msn: chiedete di piu' dalle persone. e non abbiate mai fretta: anche se ve la mettono pensate, controllate, ripensate e, in caso di dubbio, lasciate perdere.
fonte:lavocedellatruffa.net

truffe-concessoniarie-auto-per-2mln

Truffavano concessionarie d'auto attraverso la compravendita dell'usato, fino a portarle al fallimento. La polstrada di Ravenna, insieme alla guardia di finanza, ha smantellato un'associazione a delinquere che ha raggirato almeno 6 concessionarie per un giro d'affari di 2 milioni di euro. Un'organizzazione complessa (composta da 26 persone), con ruoli ben definiti e meccanismi ad orologeria, in grado di portare al fallimento una concessionaria d'auto nel giro di pochi mesi.
Al vertice c'era Maurizio Ugolini, 34enne titolare della Leonardo Car di Bologna. Modi brillanti, grande dialettica e un portfolio di contatti impressionante, si è presentato alla concessionaria citroen Autovogue di Ravenna con la promessa di risolvere l'annoso problema delle auto usate, che il salone ritira in seguito alla vendita delle nuove.
Nei primi mesi ne acquista e rivende per circa 400mila euro, regolarmente incassati dalla concessionaria, poi comincia a inserire nel giro una serie di commercianti, garanti e prestanome che, quando l'attività raggiunge il culmine, spariscono lasciando dietro di sé documenti falsi e assegni scoperti.
Ma l'Autovogue di Ravenna, poi fallita, è solo una delle vittime: almeno altre 5 concessionarie sono state truffate, tra cui la Ford Vernocchi di Rimini, la Turbo Sport di Imola e la Volkswagen automercantili di Bologna. Le auto acquisite e mai pagate sono almeno 500: dopo averne falsificato i documenti, venivano smerciate da commercianti pugliesi, campani e siciliani affiliati all'organizzazione. 200 sono state sequestrate, le altre lasciate ai nuovi proprietari che le avevano acquistate in buona fede.

fonte:Newsrimini.it


PIPPO ha detto...
Voglio segnalare un sito internet, specializzato nella vendita di auto, attualmente attivo e funzionante. Il sito in questione è il seguente: WWW.EUROIMPORTCAR.COM. Si tratta di una TRUFFA. Nessuno riesce a smascherarlo....è vergognoso. Povera Italia. Saluti
Pippa ha detto...
Anche io sono stato truffato da DAVIDE PERUZZO EUROIMPORTCAR.... Nessuno riesce a fargli restituire i soldi che ha truffato alla povera gente come me che si è fidata di un criminale!!! diffidate da lui e non inviategli neanche un euro... diffiddate da chi vi contatta inventando storie di mafia russa e cazzate varie perchè è lui... E' lui anche quando scrive di aver acquistato la macchina da quella ditta senza problemi!!!
Pippa ha detto...
ARCHIVIO il mattino di Padova dal 2003 Vendeva in Internet belle auto che non arrivavano a destinazione il mattino di Padova — 14 marzo 2007 pagina 33 sezione: PROVINCIA BATTAGLIA. Quattro anni di reclusione, 1.400 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento a favore di una parte civile (Riccardo Falchi) di 30.000 euro. E’ la condanna inflitta dal giudice monocratico di Este Alessandro Rizzieri a Davide Peruzzo, 36 anni, residente a Padova in vicolo della Bovetta 3, commerciante di auto e titolare dell’autosalone che era aperto a Battaglia, «L’Import Car» di via Terme 51. Una pena ancor più pesante l’aveva richiesta il pm Giorgio Bertola. Confermata in aula la tesi accusatoria del pm Paola De Franceschi per una truffa continuata. In pratica Peruzzo prometteva ad altri rivenditori di auto delle macchine a buon prezzo, riceveva soldi ma le vetture non le consegnava mai. «Ricevevo dei fax da Peruzzo con delle offerte di auto. - ha detto in aula Riccardo Falchi, 27 anni, titolare del salone «Touring Car» di Castiglion Fiorentino (Arezzo) - Ho trattato al telefono per una Golf 2.000 Tdi il prezzo di 17.400 euro. Ho pagato la caparra e il saldo nell’aprile del 2005 ma l’auto non l’ho mai vista. Peruzzo poi è diventato irreperibile». «Il sito Internet di Peruzzo era ben fatto. - ha aggiunto Roberto Papini, 63 anni, titolare della ditta «Papini Auto» di Grosseto - C’erano parecchie auto e inoltre lui voleva solo la caparra. La mia idea era che avesse molti clienti. Io versai 9.400 euro per la caparra di diverse auto, una Mini One D, un’Audi A3, un Mercedes ML 329 Cdi Sport e un’Audi A3 Sportback. I miei figli erano quasi arrivati a Battaglia per portarle a casa con gli assegni circolari per il saldo, ma arrivò la telefonata di Peruzzo che per motivi famigliari non poteva consegnarle. I soldi della caparra li abbiamo persi». Truffato pure l’autosalone «The Cars» di Senigallia (Ancona), il titolare versò 1.900 euro per un’Audi A3 mai vista e l’Autosila srl di Acri (Cosenza) che pagò 1.600 euro come anticipo per una Mercedes A170 Cdi mai consegnata. Gabbato pure il salone «Automass» di Roma che verso 900 euro per una Mercedes classe A e «L’AutoSanfilippo» di Gerace (Reggio Calabria) che versò a Peruzzo 4.600 euro per 4 auto. (Carlo Bellotto)

targhe-auto-clonate

Targhe Auto clonate

Ha almeno dieci anni il fenomeno delle targhe clonate. L’imbroglio parte a Napoli. Il sig. X di Milano riceve una multa per una infrazione commessa a Napoli. Lui però non è mai stato all’ombra del Vesuvio, protesta e scopre che c’è una vettura dello stesso modello della sua, con la sua stessa targa. L’incredibile è accaduto a due graduati della polizia municipale di Napoli: uno multato a Milano dove non ha mai messo piede nemmeno per sbaglio e l’altro perchè non avrebbe pagato il pedaggio al casello autostradale di Roma.
Il brutto è che non c’è difesa. I falsari possono contare su complici in tutta Italia, gente capace di rubare libretti di circolazione vergini negli uffici della. motorizzazione al nord come al sud. Ho chiesto a uno dei migliori cronisti napoletani, Paolo Barbuto del “Mattino”, che ha sempre seguito la vicenda delle clonazioni auto, se in questo 2009 c’è qualche speranza di vincere la sfida dei falsari.

“L’intero mercato delle targhe clonate – mi racconta - è stato debellato grazie a un’operazione partita da Napoli nel 2006 e conclusa a Taranto con uno stage alla Zecca locale. Il tenente Aniello Russo della polizia municipale di Napoli ha eseguito uno studio accurato annotando tutte le differenze tra una targa clonata e una originale: quel documento è stato diffuso a tutte le forze dell’ordine d’Italia che sono riuscite, facilmente, a identificare le targhe clonate. Ma..
- Ma..?

“C’è una novità. Attualmente i malfattori si sono specializzati in un nuovo sistema di contraffazione. Funziona così: si ruba la targa di un’automobile (a Napoli la media di denunce è di 100-120 al mese) e si utilizza per modificare quella di un’altra auto. Piccoli cambiamenti: la lettera P per esempio trasformata in R, il numero 3 trasformato in 8. Alla fine il risultato è perfetto perché tutti i “pezzi” della targa sono originali. L’unica maniera per scoprire la contraffazione è smontare la targa e guardarla dal di dietro. E’ lì che operano i truffatori, eseguendo delle incisioni nel ferro e inserendo i nuovi pezzi”.

truffa-enel-come-difendersi

Come saprete, da un pò di tempo è nato il mercato libero dell'energia. Già il fatto che in Italia si parli di mercato libero avrebbe dovuto farvi sbiancare. Infatti, come sempre, nel belpaese la concorrenza non esiste e queste sono le occasioni migliori per effettuare truffe legalizzate dallo Stato.

Veniamo ai fatti:
a maggio ricevo una bolletta con intestazione Enel (il mio gestore energia elettrica) dell'importo di 168 euro. In linea con i miei consumi(penso...).


Ho l'accredito in banca e quindi non ho fatto null'altro che dare un occhiata di sfuggita alla bolletta (ERRORE!!!)

Una settimana dopo mi arriva una secondo bolletta di 303 euro!!!

Stranamente la bolletta è accompagnata da un bollettino per pagare (strano penso...io ho l'accredito)

Prendo le due bollette insieme ad una vecchia e scopro la truffa.

La bolletta da 168 euro non è per l'elettricità, ma per il gas (mai chiesto gas ad Enel)

La bolletta da 303 euro non è Enel ma Enel Energia.

Come ve ne dovete accorgere ? L'intestazione è uguale ma è scritta in blu invece che in nero (sono delle carogne!)

Ero stato truffato. A gennaio era passato un tizio di Enel Energia a proporre le nuove taglie (termine azzeccatissimo, visto le estorsioni che fanno). Mia moglie aveva declinato l'offerta, ma il bastardo aveva letto il numero del contratto da una vecchia bolletta.

Risultato: il bastardo ha firmato a mio nome un contratto Enel Tutto Compreso, luce e gas, cessandomi contratto Enel e gas (con un gestore locale)

Qua inizia l'odissea. Chiamo Enel Energia chiedendo loro come fosse possibile che andassero in giro a fare questo genere di truffe.

Hanno anche il coraggio di rispondermi "forse ha firmato il contratto ma se lo è dimenticato!"

Chiedo copia del contratto con la mia firma fasulla e loro mi danno un numero di fax a cui richiederlo.

Passo un mese a mandare fax senza mai ricevere il contratto. Chiamo svariate volte il numero verde, fin quando un operatore mi dice "ma perchè mandare fax? io posso inviarglielo per posta elettronica anche subito, lo vedo qui al terminale!!!"

Ottengo la copia del contratto, con una firma evidentemente falsa.

Nel frattempo ero già andato dall'avvocato a chiedere cosa fare.

Avevo mandato un fax dettagliatissimo (questo mi ha salvato) nel quale intimavo Enel Energia di cessare immediatamente questi contratti fasulli e dicendo che non avrei pagato nessuna bolletta oltre a chiedere loro le spese per il riallaccio dei contratti gas e luce con i precedenti gestori.

Oggi mi arriva una strana bolletta enel energia di -233 euro.

Avete letto bene, c'è il meno davanti alla cifra.

Chiamo Enel Energia e chiedo cosa significa. Mi dicono che è un conguaglio perchè "forse hanno sbagliato a leggere il contatore precedentemente".

Il contatore è elettronico, non c'è possibilità di errore(bastardi).

Spiego all'operatore che forse stanno invece cercando di evitare di finire in tribunale, perchè è evidente che sono dei truffatori e che questo è un modo per mettere a tacere la cosa. Io gli do 70 euro(la differenza) per tre mesi di elettricità e stiamo tutti contenti....

La signorina mi risponde che hanno ricalcolato assegnadomi la taglia più bassa (12 euro mensili) e senza farmi pagare l'eccedenza(ops..e. come mai? adesso mi voglione bene?).

Credo di esserne uscito vivo. In realtà devo ancora capire quanto avranno il coraggio di chiedermi per maggio e giugno (ancora devono cessarmi il cnotratto) . Vi faccio sapere.Inoltre non so come andrà a finere con Enel gas.

Intanto alcuni consigli. in un paese normale non ce ne sarebbe bisogno, ma noi viviamo in Italia, quindi

•guardate SEMPRE le bollette con attenzione

•se la scritta di Enel è blu allora è enel energia.

•Enel Energia non è Enel.

•se viene qualcuno di Enel a casa , NON DATEGLI UNA BOLLETTA IN MANO NE IL VOSTRO NUMERO CLIENTE . Con il numero vi truffano perchè poi mettono una firma falsa.

•se potete andatevene dall'Italia. In un paese normale, per truffe del genere, Enel Energia avrebbe chiuso i battenti, il suo amminstratore delegato sarebbe in galera a pane e acqua e non andrebbe a Porta a Porta a spiegare come va il mercato dell'energia.

Fonte: www.sbontolo.com

http://creditvel.myblog.it/archive/2010/07/27/truffa-enel-come-difendersi.html

1 commenti:

Anonimo ha detto...
...Quando è successa questa cosa? A me è successo qualcosa di simile, con qualche aggravante per l'incaricato di Enel Energia.... a casa c'era solo mia zia 84 anni. Stessa procedura. Ha lasciato un recapito telefonico. la sera l?ho chiamato e lui mi ha assicurato che mia Zia non aveva firmato niente (e lo credo, a quanto pare sono proprio addestrati a fare così come hai ben spiegato) mi ha detto di non preoccuparmi che non sarebbe cambiato niente alle mie utenze. risultato: le fatture relative a luglio di gas ed elettricità (siccome ho la domiciliazione in banca) non sono state pagate. ora rischio la sospensione delle utenze ma sono già sul piede di guerra e ho deciso di tagliare qualche testa. dalla mia ho il fatto che, avendo due cognomi il furbone ha compilato il contratto ed ha pure contraffatto la firma invertendo i cognomi. anche il codice fiscale non può corrispondere. ho scoperto tutto oggi ma sono deciso a non fermarmi. teniamoci in contatto

anche-positano-la-truffa-index

APPELLO A LE JENE


Alcuni commercianti di Positano in Costiera Amalfitana sarebbero fra i possibili truffati dalla Index una struttura che da punti per il gioco e scommesse con una serie di servizi telematici, ma che invece si rivelerebbero vere e proprie truffe come dicono All´aduc alcuni commerciani. In pratica prospettano un contratto apparentemente conveniente con il quale il commerciante dovrebbe pagare a rate una certa cifra per avere un servizio, ma alla fine la rateizzazione, per vari motivi, non viene concessa e chiedono i soldi subito anche senza il servizio, in altri casi i servizi telematici non sempre funzionano (tipo ricariche ritardate di un paio di giorni, come lamentato da alcuni). "E´ una cosa assurda, addirittura non solo non mi è stata concessa la rateizzazione, ma vogliono tutti i soldi subito senza avere i macchinari. Faccio un appello a le Jene perchè si deve sapere." Ma ecco cosa si dice sul forum dell´Aduc: Siamo un gruppo di 11.000 negozi truffati in Italia da una societa la Index s.p.a. che a fronte di promesse su servizi non funzionanti ci ha sottratto insieme alla partecipazione della finaziaria Carifin (sicuramente connivente) la somma di 6200 euro ciascuno, non accettano richieste di recesso e stanno ricevendo da parte di 2 comitati gia formati in Italia migliaia di denunce alla procura della Repubblica di decine di citta, la nostra voce sembra un silenzio assordante, ma voglio mettere in guardia tutti Voi contro un pericolo non indifferente infatti sono ancora in circolazione gli agenti della Index s.p.a. e la loro pubblicita va in onda giornalmente su canale5.

Leggete come ci insulta il loro amministratore delegato in un forum di un associazione consumatori nella quale mettiamo in guardia la gente onesta:

http://www.aduc.it/dyn/dilatua/dila_mostra.php?id=160079&L1=0

Questi sono i link dei 2 comitati di difesa:
http://noindexpoint.blog.tiscali.it/
http://difesaconsumatori.spaces.live.com/feed.rss

fonte:positanonews.it

“Ruby in un giro di escort per clienti di lusso tenuto da una soubrette di Rete 4″

27 marzo 2011
Tra le indagini che riguardano la ragazza marocchina ce n’è anche una che la accusa di prostituzione. Secondo la polizia a tenere le fila c’è Raffaella Zardo
Ruby Rubacuori in un giro di escort pilotato da Raffaella Zardo, soubrette di Rete 4 e conoscente di Emilio Fede. E’ il sospetto della polizia che si trova all’interno di un’inchiesta per induzione alla prostituzione nella quale sono incappati clienti facoltosi che si incontravano con le ragazze in alberghi di lusso. Ne parla Repubblica in un articolo a firma di Paolo Berizzi; tutto
Parte da una relazione di servizio del 9 luglio 2010 (all’epoca la giovane marocchina, ancora minorenne, aveva già frequentato assiduamente villa San Martino ad Arcore). Secondo la questura di Milano c’è un gruppo di escort che, grazie anche alle “dritte” di alcuni receptionist di due lussuosi hotel del centro, adescano clienti facoltosi durante convegni, congressi e incontri di lavoro. Le ragazze, sostiene la polizia, fanno tutte capo a Raffaella Zardo. È lei, l’ex meteorina di Emilio Fede e attuale conduttrice di Sipario, sempre su Rete 4, la donna che viene «informata periodicamente dell’attività di meretricio sessuale delle stesse ragazze e anche di altre».
Chi sono queste escort?
I poliziotti elencano «contatti lavorativi con esponenti politici dell’attuale governo e lavorerebbe per l’Eni». Ma torniamo a Ruby. Nei mesi che precedono l’informativa – da febbraio a maggio 2010 – la giovane è ospite nella dimora del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ben 13 volte. È lo stesso arco temporale nel quale viene “inquadrata” l’attività delle escort di lusso collegate a Raffaella Zardo. È il periodo in cui Ruby si vanta coi suoi frequentatori per i gioielli ricevuti in regacinque nomi. Le serbe Andrea Stojanovic e Slavica Knezevic – quest’ultima residente a casa di Lory Del Santo – la vicentina Roberta Bregolin, l’australiana Christina Gabbay. E la marocchina Karima El Marough. Tra i clienti delle ragazze all’hotel Exedra ce n’è uno particolarmente intraprendente e dalla fedina penale non proprio lucida: si chiama Giovanni Calabrò, calabrese residente nel Regno Unito. È stato arrestato per bancarotta fraudolenta, truffa, estorsione, fatture false.
Un racconto che coincide con i riscontri tecnici della polizia:
Arcore e Milano, dunque. Karima – dicono le celle telefoniche – è stata sia all’Exedra che al Four Season. In un’intervista televisiva ad Alfonso Signorini raccontò che proprio in una stanza del Four Season aveva tentato – una sola volta – di vendere il suo corpo. Ma poi si tirò indietro. Seconda nota. Se, come sostiene la questura, le giovani prostitute facevano capo alla Zardo, a questo punto è possibile ipotizzare che ci fosse almeno una persona – la stessa soubrette veneta – a conoscenza di alcune sfaccettature della vita di Ruby. È un dato non trascurabile visto che tutti i protagonisti del Ruby gate – Mora, Fede, Berlusconi, Minetti – ufficialmente hanno sempre negato di sapere che Ruby facesse la escort (Mora se lo lascia scappare solo in un’intercettazione).

AIAZZONE, IMPRENDITORI IN MANETTE PER MAXI-EVASIONE

ROMA - Hanno evaso imposte per oltre dieci milioni di euro con lo svuotamento di beni da società indebitate con il fisco, il trasferimento di queste in Bulgaria e conseguente cancellazione dal registro delle imprese per evitare l'accusa di bancarotta. Per questo, ed altro, sono stati arrestati oggi gli imprenditori Gianmauro Borsano, già patron del Torino, Renato Semeraro e Giuseppe Gallo, utilizzatori del marchio Aiazzone, noto per la vendita di mobili. Su iniziativa della procura di Roma è, inoltre, finito ai domiciliari il commercialista Marco Adami, mentre per un avvocato romano, Maurizio Canfora, è stata disposta la sospensione dall'esercizio della professione. Le misure cautelari sono state emesse dal gip Giovanni De Donato su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Francesca Loy e Francesco Ciardi. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti dal nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza. Omesso pagamento delle imposte, bancarotta documentale e per distrazione, a seconda delle posizioni processuali, i reati contestati agli indagati.

rc-auto-la-lista-nera-delle-polizze fantasma


AALP Autotempo: non autorizzata
 
L’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni mette anche in guardia gli automobilisti segnalando la commercializzazione delle polizze temporanee Rc auto con intestazione AALP Autotempo con sede legale in Francia, 183 Rue Nationale 59800 Lille.
Chi stipula una polizza Rc auto con compagnie non autorizzate non assolve quindi l’obbligo assicurativo previsto e non solo non è coperto in caso di incidente, ma rischia pure il sequestro del veicolo e una sanzione fino a 3.119 euro. Un rischio che corre chiunque stipuli una polizza Rc auto con compagnie non autorizzate. Per questo raccomandiamo a tutti di verificare preventivamente che i contratti Rc auto siano emessi da imprese autorizzate. Puoi consultare l'elenco sul sito www.isvap.it oppure telefonare allo 06.42.13.31
Naturalmente, se consultate la nostra banca dati per individuare le cinque polizze più convenienti per il vostro profilo, non dovrete preoccuparvi di fare i controlli sulla compagnia individuata, perché trovate solo quelle autorizzate a operare in Italia.
Ecco le compagnie non autorizzate a emettere polizze Rc auto segnalate dall’Isvap nel 2010:
  • AALP Autotempo
  • Ala Assicurazioni - da non confondere con l'autorizzata Ala Assicurazioni spa
  • Aioi Motor and General Insurance Company of Europe Limited - polizze contraffatte
  • Allianz Hungária Biztosító Részvénytársaság
  • Arisa Assurances S.A.
  • Fomo Assicurazioni
  • Generali Versicherung AG
  • Generali Belgium S.A.
  • HDI Direkt Versicherung AG che ha come intermediario Fin Planet s.p.a.
  • Insurance Company Euroins AD.
fonte:http://serviziutili.altroconsumo.it/

ROMA, LA TRUFFA HI-TECH: SAPONETTE INVECE DI IPHONE

ROMA - Attiravano passanti e viaggiatori nei pressi della stazione Termini offrendo loro smartphone di ultimissima generazione a prezzi stracciati, con sconti che arrivavano fino al 60% rispetto ai listini ufficiali. Peccato che i due venditori, entrambi napoletani di 34 e 42 anni, con abilità pari a quella di celebri prestigiatori, al momento di inserire i telefonini nelle scatole li sostituivano con delle saponette, a scapito delle ignare vittime che se ne accorgevano solo dopo che i due si erano allontanati con i loro soldi. Si tratta del classico «pacco» in versione Hi-Tech. I Carabinieri della Stazione Roma Viminale, notato lo strano atteggiamento dei due campani, li hanno tenuti d'occhio per un pò scoprendo il raggiro. I militari li hanno denunciati per truffa in concorso, ottenendo anche il foglio di via

Padova, sgominata banda che truffava aziende in difficoltà

I Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Padova stanno eseguendo in tutta Italia e in particolare nelle Provincie di Padova, Caserta, Milano, Napoli, Pisa, Pistoia, Salerno e Siena, decine di arresti e perquisizioni disposti dall’A.G. patavina, nei confronti di vertici e gregari della Holding “Gruppo CATAPANO” di Napoli. L’organizzazione riusciva ad agganciare società del nord-est in difficoltà economica prospettando piani di ristrutturazione aziendale ma, anziché sanare le ditte, “manlevava” fraudolentemente i clienti da responsabilità in ordine a debiti/passività contratti (facendoli transitare su ditte inesistenti) e trasferiva gli attivi/beni in altri enti neocostituiti in modo da salvaguardarli da aggressioni da parte dell’erario e dei creditori. Il tutto, in cambio di significativi compensi, per procedure che comportavano comunque il fallimento delle imprese e l’abbandono degli imprenditori al loro destino. Setacciati anche studi di notai e avvocati compiacenti, oltre che delle “teste di legno” del gruppo criminale, indagati a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa e falso in atto pubblico. Eseguiti finora 14 provvedimenti restrittivi: tra gli arrestati anche un Avvocato del foro di Napoli e QUATTRO donne.

False informazioni sull’immobile, caparre non dovute e vendite non autorizzate: ecco le truffe più comuni per chi cerca casa sul web

C’è anche il rischio di sostituzione d’identità o vendita ripetuta dello stesso immobile, ma basta poco per difendersi. Ogni mese 80 episodi di richiesta di caparra non dovuta, 150 casi di false informazioni di vendita sull’immobile e, tutti i giorni, almeno una segnalazione di vendita non autorizzata.
Ecco la punta dell’iceberg della nuova frontiera del crimine informatico evidenziata da un’analisi compiuta da Immobiliare.it, principale portale italiano del settore, che assieme alla Polizia Postale e delle
Comunicazioni ha realizzato il sito web Viadellasicurezza.it, per insegnare a difendersi da queste truffe agli oltre 4 milioni di italiani che, ogni mese, cercano casa online.

Rispetto ai numeri effettivi di questo fenomeno occorre fare una precisazione: ”I raggiri segnalati sono solo un terzo di quelli che chi truffa cerca di mettere in atto” afferma Carlo Giordano, Amministratore delegato di Gruppo Immobiliare.it, ”questo sia perché molti vengono scoperti prima che possano causare danni, ma anche perché spesso chi cade nel tranello non denuncia l’accaduto per una forma di vergogna”.

Nella sua analisi, Immobiliare.it ha descritto i casi più comuni di truffa; quella che, nell’ultimo periodo, sta diventando la più diffusa è la richiesta di cauzioni o caparre non dovute. Chi cerca di mettere in atto questa truffa, dopo aver pubblicato un falso annuncio molto appetibile (in media con un prezzo inferiore al 30% rispetto al valore di mercato), richiede al malcapitato che intende acquistare (o affittare) quella casa, l’invio di denaro per bloccare l’immobile, ovviamente tramite metodi non tracciabili e di conseguenza insicuri.

Spesso il falso proponente si dichiara residente in un’altra nazione e chiede la caparra come garanzia del fatto che il potenziale acquirente si presenterà all’appuntamento e non gli farà fare il viaggio ”a vuoto”. Una volta ricevuto il denaro, però, il truffatore sparisce nel nulla. Il danno economico per chi subisce questa truffa è spesso molto alto; in media 1.650 euro per chi cade nel tranello di un falso affitto e addirittura 2.500 euro se la finta inserzione è relativa ad una vendita. Questo tipo di frode risulta molto diffuso nei capoluoghi metropolitani ed è molto frequente anche nell’ambito delle case vacanza.

Proseguendo nell’analisi fatta da Immobiliare.it si scopre che nel Meridione d’Italia è molto frequente il caso delle vendite non autorizzate; questo accade quando c’è stato un accordo solo verbale fra chi vende e il proprietario dell’immobile o quando chi ha effettuato la cessione non ha titolo per l’intermediazione. Il rischio è soprattutto la richiesta di provvigioni non dovute.

Spesso sottovalutata è la truffa messa in atto attraverso la pubblicazione di false informazioni di vendita. Molti acquirenti tendono a non verificarle trovandosi a subire un danno economico rilevante; frequentissimo è il fraintendimento tra metri quadri commerciali e calpestabili, equivoco che può costare caro: si pensi che soli 4 metri quadri di differenza possono significare anche 20.000 euro di pagamento non dovuto.

Immobiliare.it ha preso in esame molte altre tipologie di truffe: dalla sostituzione di identità (sono i giovani sotto i 25 anni le vittime più colpite) fino alla vendita ripetuta dello stesso immobile, in cui, utilizzando abitazioni sfitte da tempo, il truffatore mostra l’appartamento a diverse persone richiedendo a ciascuna una caparra confirmatoria e sparendo poi nel nulla con il bottino.

L’elenco appare molto lungo e minaccioso ma in realtà difendersi è semplice e si deve anche considerare che le cyber truffe nel settore immobiliare, se confrontate al numero di annunci offerti quotidianamente, rappresentano ancora un fenomeno limitato e, soprattutto, limitabile.

Proprio per offrire agli utenti del web gli strumenti per cercare casa online in assoluta tranquillità, Immobiliare.it ha attivato, in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, il sito Viadellasicurezza.it, dove sono illustrate cinque regole base per cercare casa online in maniera tranquilla; cercare l’annuncio su un portale riconosciuto, controllare che la data di pubblicazione non sia troppo remota, verificare chi sia il proponente l’immobile, richiedere e verificare tutte le informazioni precontrattuali e, ultima, ma non meno importante, evitare di inviare denaro solo per ”bloccare” un immobile fino alla visita.

fonte:http://www.mondocasablog.com/2011/02/02/immobiliare-it-e-polizia-postale-e-delle-comunicazioni-in-campo-contro-il-crimine-informatico/

truffe-attenti-alle-false-pagine-gialle

Seat PAGINE GIALLE s.p.a. invita le imprese e le attività commerciali a diffidare da comunicazioni di aziende che, facendo leva sulla notorietà dei marchi PAGINEGIALLE® e PAGINEBIANCHE®, usano indebitamente il richiamo agli stessi marchi per sollecitare la sottoscrizione e la trasmissione di apparenti dichiarazioni di aggiornamento di dati relativi all’azienda destinataria.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha recentemente provveduto a diffondere un avviso per informare le imprese in merito alla diffusione di un modulo, proveniente da una sedicente
 “The Yellow Pages – Le Pagine Gialle”, la cui sottoscrizione “determina l’acquisto inconsapevole di spazi pubblicitari in una guida internet per aziende” (…) gestita da “una società tedesca che (…) non ha sedi operative in Italia e che non risulta rintracciabile, in quanto facente capo unicamente ad una persona fisica stabilita in Germania”.

In relazione alla vicenda Seat PG si riserva ogni azione a tutela dei propri diritti e, per ridurre al massimo l’induzione in errore dei propri clienti, precisa che tutti i propri agenti sono dotati di tesserino di riconoscimento e che i documenti riferibili alla formazione dei contratti pubblicitari sui propri mezzi riportano chiaramente la dicitura “Seat PAGINE GIALLE s.p.a.”

Seat PG coglie l’occasione per ricordare che i propri elenchi (PAGINEGIALLE®, PAGINEBIANCHE®, TuttoCittà®), distribuiti in 53 milioni di volumi (dati 2010) nelle case e negli uffici italiani, sono uno strumento di pubblica utilità, che soddisfa il diritto di informazione di tutti i cittadini.

fonte:http://impresavda.blogspot.com/2011/02/cari-imprenditori-attenti-alle-false.html

malattie-create-ad-hoc-pressioni-truffe

Cosa sappiamo veramente delle medicine che prendiamo? Nulla o quasi, ma riponiamo la nostra fiducia nelle mani dei medici che ce le prescrivono, convinti che loro sappiano tutto, come se quel camice bianco fosse una sorta di garanzia inequivocabile. Ma è davvero cosi? Abbiamo indagato per Current TV sul business
miliardario che gira attorno ai farmaci e sugli interessi delle case farmaceutiche che, troppo spesso, prendono il sopravvento sulla salute delle persone. Abbiamo analizzato le strategie di marketing usate dalle multinazionali del farmaco e conosciuto le pressioni che vengono esercitate sui medici affinché prescrivano determinati medicinali. Il risultato è l'inchiestaVanguard dal titolo Il Business farmaceutico: un'indagine che vuole porre soprattutto l'attenzione su quanto i nostri dottori siano veramente informati sulle qualità dei farmaci che ci consigliano di assumere e su quali sono i soggetti che sulla nostra salute speculano in nome del guadagno.
Il Disease Mongering è l'esempio per eccellenza: è un termine inglese che vuol dire «vendere malattie», ed è la pratica più estrema del marketing farmaceutico. Non è possibile infatti pubblicizzare le medicine con obbligo di prescrizione e quindi l'ultima frontiera del marketing è fare pubblicità alle malattie, a volte inventandole. Il caso più eclatante è quello dell'influenza H1N1 nel 2009, la suina: una semplice influenza che crea allarmismo e panico nel mondo intero. È una pratica molto utilizzata che abbiamo cercato di analizzare. L'altro aspetto che è emerso dall'inchiesta sono le truffe ai danni del Servizio sanitario nazionale, troppo spesso al centro di fatti di cronaca a causa di medici che, in combutta con informatori scientifici del farmaco e farmacisti, commettono il reato più diffuso: il comparaggio. Un'autentica tangente che gli informatori farmaceutici pagano ai medici per far sì che prescrivano quantità notevoli dei medicinali da loro pubblicizzati. Il Sistema sanitario nazionale è l'apparato statale che richiede più soldi in assoluto: decine di miliardi di euro all'anno e controlli non sempre efficaci creano un ambiente ideale per le truffe. Per capire come si convince un medico a prescrivere un farmaco invece che un altro (magari uguale ma di una marca diversa) siamo andati a parlare con chi si occupa proprio di marketing per conto delle case farmaceutiche: manager e informatori scientifici del farmaco hanno accettato di svelarci attraverso testimonianze anonime i trucchi del loro mestiere e le collusioni spesso illecite che si creano tra i nostri dottori e i produttori di farmaci. Ne è emerso un quadro preoccupante. Spesso infatti, neanche i medici conoscono tutti gli effetti collaterali delle medicine che prescrivono, semplicemente perché gli emissari delle case farmaceutiche omettono di rivelarli per venderne di più.

Il Business farmaceutico è un'indagine sugli interessi nascosti che portano una pillola dalla fabbrica al palmo della nostra mano. Un percorso spesso fatto di dinamiche che di scientifico hanno poco o nulla e dove la nostra salute è un obiettivo marginale. Abbiamo indagato sugli effetti che le politiche di marketing delle case farmaceutiche hanno sulla spesa pubblica e abbiamo scoperto che troppe persone riescono quotidianamente ad approfittarne. In questo intricato mondo, però, ogni tanto qualche caso di eccellenza arriva ad addolcire la pillola: è il caso del ospedale San Camillo di Roma dove, grazie a nuove tecnologie e all'utilizzo di farmaci non coperti da brevetto, si riescono a tutelare sia le casse dello Stato che la salute dei pazienti.

VANGUARD - CURREN TV

Marcello Brecciaroli ,Federico Schiavi
fonte:http://www.corriere.it/cronache/10_novembre_28/current_business_farmaceutico_a890fb0e-fb12-11df-abbf-00144f02aabc.shtml 

enel-e-le-truffe-porta-porta

Enel Energia, la società leader del mercato libero dell'energia e gas, rafforza il suo impegno contro le truffe con una nuova linea di abbigliamento che rende facile al cliente riconoscere un vero agente, rendendo dura la vita ai malintenzionati che sfruttando la concorrenza tra venditori ne approfittano per raggirare i clienti.


“Energia in persona” è il nome del nuovo restyling della divisa “antitruffa” che per gli uomini prevede un giacca in tessuto tecno e una cravatta
firmata Talarico e per le donne un giacchino e un foulard sempre ideato dal noto artigiano romano. Le divise sono caratterizzate dai colori aziendali, blu e arancio, e saranno siglate Enel.

La dotazione prevede anche una borsa porta documenti in cuoio rigenerato, una calcolatrice solare, un quaderno tipo moleskine, un porta contratti, un portachiavi in alluminio e un ombrello richiudibile. E ben in vista, il cartellino di riconoscimento.

«Per rendere ancor più facilmente identificabili i veri agenti - racconta Nicola Lanzetta Responsabile Vendite Mass Market di Enel Energia - la società leader del mercato libero dell'energia con circa 7 milioni di clienti conquistati - abbiamo preparato una linea di abbigliamento dedicata. Sull'intero territorio nazionale sono circa 3.500: un esercito selezionato e organizzato dalle principali agenzie di promozione a cui dedichiamo una robusta formazione prima che scendano in campo. Corsi intensivi dove insegniamo come si forma il prezzo dell’energia, quali sono le regole del mercato, i contenuti delle offerte commerciali, come ci si debba presentare al cliente e ora anche a come rendersi immediatamente riconoscibili».

Enel Energia richiede, alle agenzie autorizzate a proporre le proprie offerte, la massima trasparenza attraverso il rispetto di regole ben precise, che se non applicate, comportano penali o la risoluzione del contratto di agenzia.

L’Agente di Enel Energia deve identificarsi in modo chiaro come operatore di Enel Energia e presentare il suo tesserino di riconoscimento al cliente e su richiesta il proprio documento di identità. Deve chiarire che per i clienti il passaggio ad Enel Energia non è imposto da alcuna norma, ma è una libera scelta.

Deve descrivere in modo chiaro ed inequivocabile le condizioni dell’offerta e le condizioni di recesso. Gli eventuali raffronti con la tariffa del mercato di maggior tutela, o le sue componenti, dovranno essere chiari e non indurre in equivoco il cliente. Deve chiarire che le offerte sono standard ovvero predisposte da Enel Energia per il segmento cui appartiene il cliente.

In nessun caso si deve far credere al cliente che le offerte sono predisposte sulla base dei propri profili di consumo. Deve assicurarsi che il cliente sia consapevole di procedere alla conclusione di un contratto attraverso il consenso fornito. Deve fare sottoscrivere la richiesta di fornitura e/o acquisire il consenso alla stipula del contratto solo ed esclusivamente dall’intestatario della fornitura stessa. Non deve diffondere informazioni false sui concorrenti. Non deve effettuare comparazioni non autorizzate con offerte o comportamenti di società terze.

Enel Energia ricorda che per i pagamenti delle bollette sono abilitati solo i canali conosciuti: bollettino postale, banca o carta di credito e bancomat da utilizzare presso gli sportelli automatici, puntolis, pagamento on-line con carta di credito emessa in Italia dagli appositi circuiti, addebiti su c/c bancario o c/c postale e invita i propri clienti a denunciare ogni eventuale caso sospetto ed offre la massima collaborazione alle forze dell’ordine.

Per ogni esigenza e' attivo il numero verde 800 900 860 e il http://www.enelenergia.it/.

fonte:http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=139104&sez=NAPOLI

truffe-ai-poveri-promessa-bluff

A Napoli i truffatori avvicinavano le famiglie meno abbienti: per un gettone dai 30 ai 50 euro proponevano un fac-simile del modulo per l'incentivo comunale contro la povertà. E invece sparivano coi soldi

Non c’è limite alle truffe per i delinquenti di Napoli. E stavolta a rimetterci le proverbiali penne sarebbero stati i poveri, gli indigenti, le fasce meno abbienti della variegata società partenopea. A loro era rivolta l’iniziativa del
Comune, con un contributo di 400 euro una tantum grazie a finanziamenti garantiti dal fondo nazionale per le Politiche della famiglia, un prezioso aiuto per famiglie che il più delle volte faticano ad arrivare a fine mese.


Il bando, pubblicato a fine dicembre, aveva dunque ingolosito migliaia di napoletani, attivando al contempo e in parallelo la macchina della truffa. A loro, i truffatori senza scrupoli, basta stampare schede false per partecipare al bando, rimanendo “traditi” da un piccolo dettaglio rispetto agli originali del Comune (la presenza di alcune voci diverse, tra le quali il titolo di studio). Così, nei quartieri più popolari di Napoli pubblicizzano la ghiotta occasione, proponendo alle famiglie la sottoscrizione del modulo in cambio di un “gettone” compreso tra i 30 e i 50 euro. Un inganno bello e buono, visto che il Comune – posto che quei moduli gli arriveranno per davvero – scarterà senza dubbio le domande con il modulo contraffatto.

E i carabinieri hanno individuato il fenomeno, ricostruendo centinaia di casi analoghi e mettendosi sulle tracce dei truffatori. Che nel giro di qualche settimana dovrebbero dunque rassegnarsi all’idea di smetterla di truffare anche i più poveri, nel modo più subdolo e machiavellico possibile.

fonte:http://napoli.virgilio.it/primopiano/poveri-bluff-sussidio.html

voragine-aiazzone-13mila-truffe

I soldi ricavati dalla vendita dei mobili (mai consegnati) sembrano scomparsi e da mesi i dipendenti dei 43 punti vendita non vengono retribuiti. La Procura affida l’operazione al Tribunale Fallimentare, mentre il Codacons apre un tavolo con Fiditalia


Mobili venduti e mai consegnati per un totale di 13mila truffe, 850 dipendenti dei 43 punti vendita che da mesi sono senza stipendio. Sono i dati più eclatanti della crisi di Aiazzone, una delle più note aziende di
mobili italiane, che dalla morte prematura del fondatore Giorgio Aiazzone non è più riuscita a rilanciarsi. Fallito anche l’ultimo tentativo di B&S, la società di Gianmauro Borsano e Renato Semeraro che in precedenza aveva acquisito il marchio Aiazzone. Da marzo 2011 il mobilificio, le cui filiali risultano chiuse “per inventario sino a nuova comunicazione”, ha smesso di effettuare consegne e ne è stata presentata istanza di fallimento da parte di fornitori e clienti. La procura di Torino apre contestualmente un'inchiesta. L'indagine è aperta da circa un mese, da quando sono state depositate ad una stazione dei carabinieri di Torino quattro querele per truffa, da parte di clienti. E mentre la procura si prepara a chiedere al Tribunale Fallimentare di Torino di occuparsi della situazione finanziaria di Panmedia, il Codacons piemontese ha aperto un tavolo di concertazione con Fiditalia in cui si andrà a definire le posizioni dei clienti che hanno aperto un finanziamento per acquistare mobili Aiazzone mai arrivati. Dopo il blocco delle rate assicurato dalla Finanziaria “l'obiettivo è analizzare al tavolo con Fiditalia i singoli casi - spiega Tiziana Soriento del Codacons - e cercare anche di ottenere, almeno in parte, la restituzione del finanziamento”.

Matteo Tommaso Mombelli
fonte:http://www.businesspeople.it/Business/Economia/Voragine-Aiazzone-13mila-truffe-e-in-piu-di-800-senza-stipendio_17097

166-euro-per-la-beatificazione di Wojtila

Il Vaticano: attenzione, evento per tutti

La polizia postale scopre guida turistica che vendeva online biglietti per la messa del primo maggio. La sala stampa vaticana: ognuno può venire alle cerimonie

ROMA - Vendeva online a 166 euro più Iva biglietti per la messa di beatificazione di Papa Wojtyla, in programma il 1 maggio a Roma. Per questo un cittadino americano residente a Campagnano (Roma), già conosciuto dall'Ispettorato Vaticano come intermediatore di affari e guida turistica priva di autorizzazione, è stato denunciato dalla polizia postale, a seguito di una denuncia trasmessa dalla Prefettura pontificia.
BIGLIETTI E PROIETTILI - L'offerta dei biglietti era apparsa sul sito www.vaticancitytours, registrato negli Stati Uniti. Le indagini svolte dalla Polizia delle comunicazioni hanno portato ad individuare B.T.E.: nella perquisizione in casa dell'uomo è stata rinvenuta la sim telefonica, pubblicizzata sul sito quale contatto per l'Italia, documentazione cartacea relativa al sito, biglietti di ingresso gratuiti per le udienze del Santo Padre, 15 personal computer e 11 chiavette usb di memoria. Nella cassaforte il cittadino statunitense aveva anche 21 proiettili di pistola calibro 9 per i quali è stato deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli per detenzione illegale di proiettili da guerra.
«EVENTO APERTO A TUTTI» - E la sala stampa vaticana subito è intervenuta per ribadire che «non c'è nessun biglietto per accedere alla cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II, tutti possono venire: confermiamo quello che abbiamo già detto diverse volte». E sul primo maggio: «Non facciamo previsioni e non daremo cifre per non creare aspettative di nessun tipo».
«TRUFFE IN AUMENTO» - «In quest'ultimo periodo stiamo assistendo ad un aumento delle guide (turistiche) abusive e delle truffe. Per questo stiamo intensificando i controlli». Lo ha detto il vice questore aggiunto dell'Ispettorato di pubblica sicurezza vaticana, Marco Scarpa. «C'è difficoltà - ha spiegato - a raccogliere le denunce perché i turisti si fermano solo per alcuni giorni. Bisogna assolutamente attenersi ai normali canali per prenotare qualsiasi evento, ad esempio il sito della Prefettura pontificia». «ATTENZIONE ALLE TRUFFE» - Mauro Cutrufo, vicesindaco di Roma Capitale fa sapere che «c’è da parte di Roma Capitale, attraverso la polizia municipale, il dipartimento Roma sicura e il dipartimento turismo, grande attenzione sia sul territorio che verso i servizi prettamente turistici e di accoglienza», e sottolinea: «Non esistono biglietti a pagamento; la Beatificazione di Giovanni Paolo II è un evento assolutamente gratuito. Bisogna dirlo a voce alta per scongiurare altre truffe».
LE INFORMAZIONI - Il vicesindaco della Capitale quindi chiede «anche alla stampa internazionale di fare da cassa di risonanza a questa notizia per l’efficienza e la serenità di tutta la città di Roma e di quanti vogliono partecipare allo straordinario evento. Attraverso i nostri mezzi di comunicazione - aggiunge - il sito del turismo (www.turismoroma.it), lo 060608 (+39060608 per chi chiama dall’estero) e il servizio sms Roma informa, cercheremo di raggiungere più turisti possibili per ribadire la gratuità di un avvenimento che richiamerà a Roma un milione di pellegrini da tutto il mondo».

fonte:http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_marzo_18/americano-vendeva-biglietti-messa-beatificazione-wojtyla-190254566981.shtml

rimini-confessa-la-maxi-truffa-striscia

Un promotore finanziario di Fineco Bank avrebbe raggirato anziani impossessandosi di circa 2 milioni e mezzo di euro. Il Codacons ha raccolto le segnalazioni dei cittadini


Lo hanno smascherato le telecamere di “Striscia la notizia” con la collaborazione dell’associazione dei consumatori Codacons. Ma dei quattrini di cui si era impossessato in questi mesi, secondo una stima approssimativa almeno due milioni e mezzo di euro, non s’è vista traccia. L’uomo, un promotore finanziario riminese di Fineco Bank di circa 40 anni, operava con il denaro dei propri clienti all’insaputa
degli stessi. Vittime ignari clienti di Fineco Bank, tutti anziani tra i 70 e i 90 anni, che si sono visti ripulire il conto, chi di 40mila euro chi di 50mila euro.

Agli anziani il promotore faceva sottoscrivere dei contratti di apertura di operatività on line per mezzo di codici segreti che sarebbero arrivati loro a casa in busta chiusa. In realtà queste persone, che nutrivano un forte rapporto di fiducia nei confronti del promotore finanziario, non si rendevano conto di cosa stessero firmando, non avendo alcun bisogno e alcuna utilità dalla possibilità di poter operare on line. Molti di loro non sapevano neppure come si accendesse un computer. Le truffe sono iniziate nel 2007 quando il promotore eseguiva alcuni investimenti all’insaputa dei propri clienti su titoli azionari che subivano forti perdite nell’arco di brevissimo tempo e, per nascondere questa situazione di cui era responsabile, aveva iniziato a prelevare danaro dal conto di altri suoi clienti versandolo sul conto di altri malcapitati per far credere che le cedole venissero regolarmente pagate e così evitare di insospettirli sulle perdite di capitale che si erano verificate.

Solo prima di Natale del 2010, vista l’impossibilità di continuare a nascondere le forti perdite che ormai coinvolgevano una cinquantina di clienti Fineco Bank, il promotore aveva cominciato ad ammettere di aver approfittato della loro fiducia.

A quel punto è scattata l’azione di Codacons in collaborazione con Striscia la notizia. L’inviato Moreno Morello ha preparato un agguato al promotore predisponendo una stanza con le telecamere nascoste nella casa di due clienti novantenni e registrato la confessione.

In base al racconto fatto dallo stesso promotore della situazione era stata informata già da tempo la banca che però non ha fatto nulla per porre rimedio alla situazione. La banca avrebbe assunto un atteggiamento di disinteresse lasciando il promotore libero di compiere altri danni. Nella registrazione di “Striscia” il promotore avrebbe confessato al capo area e alla direzione milanese della banca “il macello” che aveva commesso. La banca si è limitata a revocargli il mandato sul finire dello scorso dicembre senza preoccuparsi di contattare i clienti.

Per Codacons è stata un’impresa smascherare il promotore, condizione importante nell’eventualità di un riconoscimento delle sue responsabilità. In questi casi infatti, la banca si limita a dire che le operazioni on line sono avvenute senza il suo consenso e solitamente gli istituti di credito si difendono affermando che i codici per operare vengono consegnati ai clienti in busta chiusa e che ad effettuare gli investimenti all’insaputa del cliente sarà stato qualche parente più giovane in grado di usare il computer. I danneggiati sarebbero una cinquantina su un totale di 400 clienti. Codacons chiede a Fineco di aprire subito un tavolo di conciliazione per rimborsare e risarcire i clienti truffati, senza costringerli ad attivare un’azione giudiziale. L’associazione dei consumatori auspica inoltre che anche la Procura, a cui ha inviato un esposto denuncia, apra un fascicolo per appurare i contorni della vicenda, preannunciando che in caso di processo si costituirà parte civile.

fonte:http://www.romagnanoi.it/News/Romagna/Rimini/Cronaca/articoli/280284/Confessa-la-maxi-truffa-a-Striscia.asp

xxxxxxxx Truffa legalizzata - da DaemonGood

Ciao ragazzi,
Vi voglio parlare della xxxxxxx un’azienda “seria” che fornisce (quando si ricorda) xxxxxxxxx
Per iniziare, queste brave persone, vi contattano per via telefonica invogliandovi a cambiare gestore, dicendovi che con loro risparmierete il 10% di quello che pagate attualmente. Pur di risparmiare un po’ di soldini, che in questo periodo di crisi fanno comodo, noi utenti – ingenuamente – accettiamo.
…DA QUESTO MOMENTO IN POI… L’INFERNO
PREMESSA
Vi racconto il mio caso, ma navigando su internet ho trovato casi simili e addirittura peggiori del mio.
Premetto che ho un appartamento di 50 mq, e, da quando vivo qui, le mie bollette xxxxxoscillavano dai 65 euro agli 80, e ad esagerare, 90 euro, ogni due mesi naturalmente.
ARRIVA LA BOLLETTA…
Ricevo la bolletta di xxxxxx, la apro pensando al risparmio del 10% che mi è stato promesso, leggo l’importo e quasi finisco all’ospedale causa infarto! Ben 700 EURO! Ci sarà stato un errore, penso.
CHIAMO xxxxxxx
Chiamo sconcertato il Call Center di xxxxxxx (azienda di un’onestà indiscutibile), chiedo spiegazioni riguardo l’importo certamente sbagliato, pensando che in fondo può capitare…
Gli espongo il mio problema e loro, con i modi gentili che li contraddistinguono, mi rispondono: “LA DEVI PAGARE!“. Ribadisco l’onestà di questa azienda e la mia soddisfazione nell’avere cambiato fornitore all’operatore, ma aggiungo in modo molto educato, che la bolletta mi sembra leggermente salata, diciamo del +1000% (dai miei 70 euro abituali con xxxxxx  ai loro 700 euro)… alla faccia del 10% di risparmio!
COLPA DELL’ENEL?
A quel punto, non sapendo cosa dire, l’operatore mi chiede di mandargli i numeri del contatore perché probabilmente l’Enel si è sbagliata ad inviargli i dati. Leggo i numeri e noto subito che ci sono circa 1000 kw in più. Mi sento subito sollevato, pensando di avere finalmente risolto il disguido.
Loro mi dicono che faranno dei controlli e che mi faranno sapere, intanto mi suggeriscono di mandagli un fax perché alle domande scritte devono rispondere per forza… (alle altre non rispondono?)
Mando quello che mi chiedono e attendo una loro risposta.

LA RISPOSTA
Finalmente arriva la loro lettera di risposta, che, audite audite, mi sollecita a pagare la bolletta!
Dato che sono bravi e onesti però, mi dicono che possono agevolarmi, facendomi pagare la bolletta a rate! CHE FORTUNA! Era proprio ciò che volevo sentirmi dire. Che gentili, mi fregano i soldi a rate, non tutti  in una volta! Questa sì, che è serietà!
ASSOCIAZIONE CONSUMATORI
Decido di rivolgermi all’Associazione Consumatori.
Li chiamo esponendo per l’ennesima volta il mio problema e noto che non sono affatto stupiti della mia situazione, anzi mi dicono che siamo in molti ad avere questo genere di problemi con xxxxxxx. L’operatore dell’associazione consumatori mi consiglia di pagare la bolletta, perché oltre a fregarmi i soldi, c’è anche il rischio di restare senza luce. Sconfortato chiedo un appuntamento per affrontare il problema faccia a faccia.
LA MIA DOMANDA È:
DATO CHE SONO MOLTE LE PERSONE CHE SI LAMENTANO DI xxxxxxxx E DELLE LORO FATTURE ANOMALE (SEMPRE TROPPO ELEVATE), VORREI SAPERE DOVE È LO STATO ITALIANO E DOVE SONO LE ISTITUZIONI CHE DOVREBBERO MONITORARE, PERCHÉ GLI PERMETTONO DI OPERARE IN QUESTO MODO, DA ANNI?
Se ricevete una loro telefonata, siate gentili, chiudetegli il telefono in faccia!
AGGIORNAMENTO:  21 Luglio 2010
APPUNTAMENTO CON L’ASSOCIAZIONE CONSUMATORI
Mi reco nei loro uffici, spiego la situazione e l’operatrice dell’associazione consumatori mi ribadisce che segue vari casi in cui è coinvolta l’azienda xxxxxxxx ricordandomi inoltre che è una delle poche aziende che fornisce servizi (di corrente elettrica, di gas, di telefonia etc…), che non vuole prendere accordi con le associazioni dei consumatori… (chissà per quale motivo?)
Gli mostro la mia bolletta, dove è indicata la quantità di energia da me consumata, che è di circa 900 kWh. xxxxxxxxx afferma che ne devo pagare 2200 di kWh e non se ne capisce il motivo.
Preso atto che xxxxxxxx è a conoscenza del mio consumo effettivo, ma vuole farmene pagare molti di più, decidiamo (di comune accordo con l’operatrice dell’associazione consumatori) di mandargli un fax, dove chiediamo:
  1. Di inviarci il conto dell’energia consumata, in modo da pagare la luce consumata effettivamente e non un centesimo di più;
  2. Di disdire il contratto stipulato con xxxxxxxx, tramite la legge Bersani;
  3. Di rateizzare l’importo da pagare.
Nel fax precisiamo inoltre che loro sono a conoscenza di quanta energia ho effettivamente consumato, dato che il numero corretto di kWh è riportato nella bolletta che mi hanno inviato e aggiungiamo che non siamo soddisfatti delle loro risposte (usano lettere prestampate probabilmente…). Attendiamo la risposta di xxxxxxx.
COSTI ASSOCIAZIONE CONSUMATORI
Trovo sia utile riportare anche questi costi:
  • 25 euro per fare la tessera;
  • 10 euro per la stesura della lettera;
  • 5 euro per l’invio del fax;
RISPOSTA xxxxxx
Dopo un paio di settimane ricevo la risposta di xxxxxx inviata all’associazione consumatori, dove xxxxxxx afferma in sostanza che: per disdire il contratto è necessario che sia xxxx contattarli.
E gli altri quesiti che abbiamo posto nel fax? Non ci hanno risposto, come loro solito…
Nel frattempo ricevo una lettera di sollecitazione da parte di xxxxxx (vogliono i 700€), con tanto di minaccia di ridurmi la potenza dell’85%.
L’operatrice dell’associazione consumatori mi ha detto che invierà nuovamente un fax, richiedendo l’effettivo consumo e l’effettivo importo da pagare. Sarà mio diritto disdire il contratto e pagargli solo ciò che gli è dovuto, chiudendo ogni rapporto? Inoltre, dato che il passaggio xxxxx non sarà immediato, decidiamo di allegargli i numeri del contatore, nella speranza che non gonfino anche la prossima bolletta.
TO BE CONTINUED…
Vi racconterò l’evolversi dei fatti non appena avrò novità.
AGGIORNAMENTO: 31 Agosto 2010
PAGAMENTO DELLA BOLLETTA
Nulla da fare dopo la lettera di sollecito per il pagamento della bolletta ho dovuto pagare l’importo chiesto dalla xxxxxxxxxx per evitare di restare senza luce, e purtroppo  ho accettato il loro ricatto andando a pagare questa bolletta di 600 euro sperando che la prossima non sia alta come questa!!
BOLLETTA SUCCESSIVA
Come non detto!!! Il giorno dopo aver pagato la bolletta di 600 euro mi arriva a casa quella successiva , è indovinate di quanto? Ben 500 euro!!!
Chiamo di fretta questa azienda dicendogli nuovamente che la bolletta è alta , che non hanno rispetto dei lavoratori e delle persone, ma sapete bene come rispondo : LA DEVI PAGARE…. Poi nel caso vedremo per il rimborso. Allora chiedo se mi fanno un conguaglio , e l’operatrice mi risponde che i conguagli li fanno solo ai clienti che sono con xxxxxxxx da più di sei mesi… Chiudo il telefono sconfortato pensando che è inutile continuare a parlare con questi operatori, tanto loro hanno solo da dire una cosa :D EVI PAGARE.
ASSOCIAZIONI CONSUMATORI
Mi reco nuovamente all’associazione consumatori con la nuova bolletta,  e decidiamo di mandargli un nuovo fax dove chiediamo un conguaglio
Nel fax onde evitare errori gli facciamo noi i conti e gli facciamo notare i kwh in piu’ che mi stanno facendo pagare (circa 2000 kwh in più). L’operatrice dell’associazione dei consumatori in piu’ mi dice che questo è l’ultimo fax che mandiamo se non rispondono in modo positivo ci rivolgeremo ad un giudice di pace.
Il giorno successivo mi chiama la xxxxx dicendomi che stava facendo il conguaglio ed aveva bisogno della lettura del contatore.Io gli lascio i dati e aggiungo ,come scritto nel fax , che questa volta non intendo pagare nulla (preferisco restare senza luce che dargli i miei soldi).
Attendo con ansia questo conguaglio…
xxxxxxxx NON SI FA SENTIRE
Passa un mese dal fax con la richiesta di conguaglio, ma xxxxxxx non si fa sentire, nel frattempo è pure scaduta la seconda bolletta e mi stupisco di come mai non mandano neppure il sollecito di pagamento.
Allora decido di chiamarli, anche perché gli devo lasciare la lettura del contatore del mese di Agosto.
Chiamo gli operatori xxxxx, e con mi sollievo mi dicono che il mio contratto con loro è cessato, finalmente sono rientrato in xxxxxx. Gli chiedo allora come devo procedere per sistemare i nostri conti e mi dice che stanno facendo il famoso conguaglio.
TO BE CONTINUED…
Non mi resta che attendere questo conguaglio, ma per fortuna mi sono liberato di loro!!!!!
In seguito vi farò sapere com’è finita e se xxxxx  mi farà pagare il riallaccio
AGGIORNAMENTO: Settembre 2010
CONGUAGLIO
Finalmente è arrivato il conguaglio che avevo richiesto.
L’importo della bolletta risulta -700 euro. Chiamo il call center xxxxxxx per sapere cosa fare e dicono che mi devono rimborsare cira 130 euro, e che l’assegno è già stato spedito.
In fine dei conti stare con xxxxxxx per 4 mesi mi è costato circa 400 euro, più tutto il tempo perso… quando con xxxxxxx avrei speso 150 euro, circa.
Beh, adesso aspetto l’assegno, il danno è stato elavato, sia a livello economico, che di tempo e fegato marcio, ma alla fine sono riuscito a “liberarmi” di xxxxxxxx.
Naturalmente siamo aperti al dialogo con chiunque voglia discuterne in questo blog, siano utenti finali con buone o cattive esperienze od esponenti di xxxxxxx che vogliano dire la loro, anche se credo ci sia poco da aggiungere.

AGGIORNAMENTO: Dicembre 2010
SECONDO CONGUAGLIO
I signori della xxxxxx, i fini di Novembre mi hanno mandando un secondo conguaglio, dove mi chiedono di pagare circa 6 euro.
In teoria avrei già dovuto ricevere la somma che dovevano rimborsarmi, in quanto, a loro dire, doveva arrivare entro 90 giorni dalla cessazione del contratto (contratto cessato a Settembre). Questo assegno di rimborso non si è visto, anzi mi hanno chiesto altri soldi.
Adesso non è per i 6 euro, ma non si capisce come mai quando devono chiedere soldi le bollette arrivano regolarmente, e bisogna pagarle entro la scadenza, invece quando devono  rimborsare, le scadenze non le rispettano!
Con molto dispiacere ho dovuto richiamarli (speravo di non sentirli più), risponde l’operatore, gli chiedo del mio rimborso (a Settembre mi era stato detto che l’assegno era partito e gli avevo dato tutti i dati del caso) e di questi 6 euro. Come al solito non sanno rispondere e si giustificano dicendo che sono solo operatori… Fatto sta che adesso io non devo pagare i 6 euro… ma la scadenza del mio riborso parte da oggi (quindi altri 90 giorni), per giunta mi hanno richiesto i dati a cui mandare l’assegno.
Non era già partito a Settembre?
Signori, questa xxxxxx lavora proprio bene, si può dir tutto, tranne che non sappiano curare i loro interessi e fare soldi!
Al prossimo aggiornamento!
AGGIORNAMENTO: Fine Gennaio 2011
Risarcimento…
Salve utenti, finalmente mi è arrivato il famoso assegno di risarcimento.
Che dire…. alla lettura della cifra scritta sull’assegno mi sono fatto una sana risata, la cifra non è affatto quella che mi aspettavo, ma pazienza, non intendo più perdere il mio tempo dietro questa storia, dato che ne ho perso molto, con il risultato di aver pagato per 4 mesi di contratto con la  xxxxxxxxx quasi il doppio di quel che spendevo con l’ xxxxxxx per non aggiungere i soldi spesi per fax telefonate ect…  e appunto tutto mio tempo buttato per “risolvere” questa spiacevole situazione.
Beh meglio di nulla, e faccio un augurio a tutti coloro che si trovano in situazioni simili alla mia FORZA E CORAGGIO :)
Saluti a tutti
Come sempre, se qualcuno volesse aggiungere qualcosa, ribattere o semplicemente raccontare le propria esperienza , siamo aperti a tutti.

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